SCONFINATI SPAZI E SOVRUMANI SILENZI
LO SPAZIO DELLA FILOSOFIA E LO SPAZIO DIGITALE

Sara De Carlo

Insegno storia e filosofia in un liceo napoletano e un anno fa mi sono accorta prima della chiusura della scuola e poi della “chiusura” del mondo. Quando ancora il virus sembrava un qualcosa di aleatorio, il dato tangibile che mi arrivava era che – in via precauzionale – noi frequentatori degli edifici scolastici dovessimo dismettere l’andirivieni tra casa e scuola e fermarci tra le mura domestiche a cercare di fare però due cose che avevamo sempre fatto, insegnare e studiare, almeno per un po’. Quel po’ è diventato più di un anno e intanto ci siamo dimenticati di fare i conti con la questione che tra le cose che avevamo sempre fatto nella scuola c’era un di più, c’erano relazioni e scambi che passavano per i nostri corpi, per quei perimetri tra il dentro e il fuori che abitiamo e siamo. Allora è a partire da questa estromissione che ho iniziato a ragionare, a partire da questa frontiera sottratta.

Sconfinati spazi e sovrumani silenzi
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