FARE FILOSOFIA NELLA TERZA ETÀ
PER UN PROGETTO DI RICERCA SULLA PRATICA FILOSOFICA CON ADULTI
Lucia Ziglioli
«Né il giovane indugi a filosofare né il vecchio di filosofare sia stanco. Non si è né troppo giovani né troppo vecchi per la salute dell’anima»
Epicuro, Lettere a Meneceo.
Nel celebre passaggio, sopra citato, scritto il giorno della propria morte, Epicuro invitava chiunque, giovane o meno giovane, alla ricerca filosofica, perché solo tramite essa, spiegava poi, può l’uomo raggiungere la felicità. La tesi di Epicuro poggia su alcuni assunti metafilosofici, riguardanti una precisa concezione della filosofia e della
sua funzione, che meritano di venir esplicitati e discussi. Invitando tutti alla filosofia, Epicuro suggerisce che: chiunque possa – meglio, dovrebbe – fare filosofia; lo dovrebbe fare perché questa pratica consente all’individuo di stare meglio con se stesso spianando la via alla felicità; e che il filosofare sia essenzialmente la medesima pratica per i giovani o per i vecchi. Questi sono assunti che chi si occupa di filosofia, e in particolare chi la propone come pratica potenzialmente rivolta a tutti, dovrebbe problematizzare, anche nel tentativo di legittimare l’invito universale di Epicuro alla filosofia.