IL MUSEO DELLA FILOSOFIA: UNA STANZA CHE SI FA CASA
MOSTRA SUL COMPLOTTISMO ALLA STATALE DI MILANO

Antonio Lorenzo Sartori

Alcuni giochi nascono per caso. Altri giochi nascono secondo un progetto preciso. È inverno, i miei atleti devono tenersi allenati, che posso fare? Una sala al chiuso, un paio di ceste, qualche regola, ed ecco che nasce la pallacanestro. I giochi di questo secondo tipo, però, possono esistere solo in un mondo in cui esiste un fenomeno istituzionalizzato come quello dei giochi sportivi. Non emergono dall’ingenuità spontanea della manipolazione o dell’immaginazione – pur secondo regole; piuttosto, annunciano la propria partecipazione a un insieme già esistente, rispondono a una qualche esigenza, e così via. Il nostro mondo è un mondo fatto anche di giochi sportivi, e, allo stesso modo, è un mondo fatto anche di musei. Difatti, esistono musei di ogni genere: «Esistono musei di arte antica e moderna, di storia naturale e delle scienze fisiche e chimiche. Esistono musei dell’uomo e delle civiltà, musei di storia delle nazioni e delle città, musei che narrano le vicende dell’immigrazione e dell’accoglienza, ed esistono innumerevoli musei della tecnica e della cultura materiale, del giocattolo e del design, dell’arredamento e dell’abbigliamento, della stampa, dell’automobile, del cinema e dell’aviazione. A Pieve Santo Stefano esiste uno splendido museo del diario, a New York un museo del sesso, a Roma un museo delle anime del Purgatorio». Ma, nota giustamente Paolo Spinicci, «della filosofia in generale sembra che ci sia dimenticati».

Il museo della filosofia: una stanza che si fa casa
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