LA RETORICA DELLA CHIAREZZA E L’INGIUNZIONE A COMPRENDERE
SECONDO FICHTE

Denis Thouard

Avendo sottoposto tutto ciò che esiste al giudizio dell’intelletto, la filosofia moderna con Cartesio misura l’intelligibilità dei suoi oggetti seguendo i criteri della chiarezza e della distinzione insieme all’evidenza quale garanzia della loro certezza. Il modello dell’attività intellettuale viene fornito dalla scienza, in particolare dalla geometria, la quale offre un approccio univoco, universale e trasparente. L’espressione del pensiero tende a questa limpidezza, esemplificata nella sua forma più radicale dalla scelta di Spinoza per una dimostrazione more geometrico. Queste condizioni hanno pesato sul destino della retorica, favorendo quella proprietà dello stile che si accorda maggiormente con l’ideale epistemologico dei tempi moderni: la chiarezza. Infatti, ispirandosi ai modelli matematici, la filosofia cartesiana si trova nella medesima relazione di ostilità verso la retorica della filosofia platonica. Ciononostante, essa aspira a produrre una propria retorica, intesa come una retorica basata sulla sola ragione, non messa a repentaglio dalle passioni.

La retorica della chiarezza e l’ingiunzione a comprendere secondo Fichte
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