NEUROSCIENZE
Il numero 4 della rivista mantiene la stessa struttura dei numeri precedenti. Si apre con il testo inviatoci gentilmente per “Contributi speciali” dal Prof. Gianfranco Dalmasso. In esso il Professore traccia le coordinate del suo percorso, segnato dalla sua consuetudine con la grande tradizione che si snoda da Platone a Sant’Agostino, proseguito con la scoperta e introduzione in Italia del pensiero di Derrida, fino al suo “corpo a corpo” con il grande sistema filosofico di Hegel. Emerge la ricchezza e varietà del suo lavoro teoretico e l’assidua fedeltà alla investigazione sulla verità quale marca della sua ricerca.
La sezione “La questione filosofica” è imperniata sul tema del rapporto tra filosofia e neuroscienze. Ne sottolinea le reciproche interferenze Alfredo Paternoster, che delinea con chiarezza i possibili esiti proficui che questo scambio può apportare alle rispettive discipline. De Caro affronta il tanto disputato tema del libero arbitrio, e lo ripropone con forza polemizzando con l’assunto di Benjamin Libet, il quale, in base ai suoi studi sulle attività celebrali, smentirebbe l’idea della libertà come aspetto caratterizzante le azioni umane. Dal canto suo, Emiliano Loria assume i contributi delle neuroscienze sul tema della “action interpretation” a proposito dei percorsi di apprendimento sociale dei bambini, e configura scenari di osservazione differenti a partire dalla distinzione tra azioni strumentali e azioni comunicative.
La sezione “Culture” in questo numero si concentra sulla cultura islamica. Massimo Campanini, uno dei più apprezzati studiosi italiani del mondo islamico, tratta dell’impatto della modernità sulla filosofia islamica, passando in rassegna le differenti posizioni di intellettuali contemporanei mussulmani e avverte l’opportunità che questo processo non porti una subordinazione dell’Islam alla cultura occidentale, ma un rinnovamento su basi appartenenti alla cultura islamica. Giacomo Maria Arrigo si impegna nel suo paper a indagare l’ideologia del terrorismo islamico ricorrendo a categorie interpretative mutuate da Carl Schmitt.
La sezione “Laboratorio” si apre con la questione dell’incontro e dell’attrito, assunti da Claudio Muti e Sara Fumagalli quali indici dell’inerenza del soggetto con il mondo, per cui si con-costituiscono insieme il “me” e il “fuori di me” nel flusso degli eventi. L’incontro è non solo contatto e relazione, ma anche attrito conflittuale. In questo quadro la verità si configura come incessante movimento del divenire. I due successivi interventi hanno in comune riferimenti all’ opera di Heidegger. Alberto Biuso presenta interessanti notazioni sulla possibile influenza gnostica rintracciabile specificamente nel testo L’essenza della verità di Heidegger ed estendibile allo svolgimento più complessivo della sua filosofia. Luca Siniscalco sulla questione del nichilismo pone a confronto con Nietzsche Heidegger, che ne L’origine dell’opera d’arte teorizza l’espressione artistica come disvelamento della verità. Questo tuttavia non rappresenta per lo stesso Heidegger un oltrepassamento compiuto del nichilismo e il suo rifugio più appropriato rimane il motto “solo un Dio ci può salvare”.
Per la sezione “Intersezioni” Greta Plaitano conduce uno studio accurato che analizza i dispositivi teorico-applicativi adottati nella seconda metà dell’800 da Charcot nell’ospedale parigino La Salpêtriere e le implicazioni sulla diagnosi della donna isterica nella quale convergono contraddittoriamente misoginia, repulsione e ambigua attrazione sessuale.
Nella sezione “Controversie” Fulvio Papi prende di mira il recente saggio di Martha Nussbaum “La filosofia al servizio della umanità” e con giudizi misurati nella forma ma di fatto assai caustici nella sostanza ne evidenzia i limiti di un approccio insieme pretenzioso e poco approfondito, come talora si presentano i filosofi d’oltreoceano. La polemica sotto traccia è anche per le adesioni acritiche e assai benevoli che essi ricevono da molti loro cultori nell’ambito filosofico e culturale del nostro paese.
Anche nella sezione “Corrispondenze” lo sguardo si volge verso la filosofia praticata oltreoceano, in questo caso si tratta di una sede universitaria dell’East Alabama. Katia Cannata descrive con vivacità e interesse le modalità con cui viene offerto l’insegnamento filosofico, quali sono le strutture di supporto, la mentalità e gli stili di vita diffusi nel campus della città di Auburn.
La sezione “Letture/eventi” comprende le recensioni di libri di Michele Di Francesco, Fulvio Carmagnola, Giorgio Agamben e una dettagliata sintesi ad opera di Marta Caravà dei due giorni del convegno “The pragmatist attitude” organizzato presso l’Università Statale di Milano dalla Associazione “Pragma” per il decennale della sua fondazione.
Infine, in “Appendice” troverete due nuovi articoli pubblicati nel mese di Gennaio 2018; il primo, relativo alla sezione “La questione filosofica”, dove Pietro Garofalo, Giusy Gallo e Felice Cimatti in “L’arte, l’estetica e i confini della mente” prendono in considerazione la teoria della mente estesa a proposito degli eventi estetici , che arricchiscono grazie alla immaginazione il rapporto tra il soggetto e il mondo.
Il secondo, relativo alla sezione “Intersezioni”, dove Alessandra Zambelli in “C’è un tabù della Riflessione nella Danza”, riflette sul ruolo del corpo che nella danza supporta l’esigenza dello spirito di ampliare la varietà delle sue espressioni.
The 4th number of the magazine maintains the same structure as the precedent ones. It opens with a text kindly sent to us by Professor Gianfranco Dalmasso for the section “Special Contributions”. The Professor maps out the principal steps of his philosophical journey, marked by his custom with the important tradition that goes from Plato to St. Augustine, continued with the discovery and the introduction of Derrida’s thought in Italy, right until his “hand to hand” with Hegel’s master philosophical system. What emerges in this text is the richness and the variety of the author’s theoretical work, over than his assiduous fidelity to the pursuit of truth.
The section “The Philosophical Question” focuses on the relationship between Philosophy and the Neurosciences. Alfredo Paternoster underlines the reciprocal interferences of the two disciplines, clearly pointing out the possible beneficial outcomes that this exchange can produce. De Caro faces the disputed issue of free will strongly supporting it. Concerning this issue, he polemizes with the assumption of Benjamin Libet who, in the light of his studies on cerebral activities, denies the idea of freedom as the defining characteristic of human actions. For his part, Emiliano Loria assumes the contributions of the neurosciences to the issue of “action interpretation” in regard to the process of social learning of kids and proposes new observational scenarios on the basis of the distinction between “instrumental” actions and “communicative” actions.
The section “Cultures” of this number focuses on Islamic culture. Massimo Campanini, one of Italy’s most appreciated researchers of the Islamic world, discusses the impact of modernity on Islamic Philosophy, reviewing the different positions of contemporary Muslim intellectuals. He underlines the opportunity that this process shall not bring to the subordination of Islam to occidental culture, but to a renewal based on Islamic culture. Giacomo Maria Arrigo commits himself to examine the ideology of Islamic terrorism by means of interpretative categories drawn by Carl Schmitt.
The section “Laboratory” opens with the issue of the encounter and of the friction, undertaken by Claudio Muti and Sara Fumagalli as indicators of the inherence of the subject to the world, for which they constitute together the “ego” and the “non-ego” in the flux of the events. The encounter is not only contact and relation, but even conflictual friction. In this framework truth figures as an endless movement of becoming. The two following contributions focus both on Heidegger: Alberto Biuso presents interesting reflections on the possible gnostic influence on Heidegger, particularly visible in the text The Essence of Truth. Luca Siniscalco draws a comparison on the issue of nihilism between Nietzsche and Heidegger. For his part, Heidegger, in The Origin of the Work of Art, theorizes artistic expression as a disclosure of truth. Therefore, for him this does not signify overcoming nihilism and he remains faithful to the motto “only a God can save us”.
For “Intersections” Greta Plaitano conducts an accurate study on the theorical-practical devices used in the mid ‘800 by Charcot in the Parisian hospital La Salpêtriere. She focuses namely on the implications of the diagnosis of the hysterical woman where misogyny, repulsion and ambiguous sexual attraction converge.
In the section “Controversies” Fulvio Papi targets the recent essay by Martha Nussbaum translated in Italian as “La filosofia al servizio dell’umanità”. With an accurate form and incisive judgements, he points out the limits of an approach that is at once pretentious and not enough justified, as sometimes American philosophers do. The underground polemic is also addressed to the acritical reception that these often have in our country.
Even in the section “Corrispondences” the focus is on American practical philosophy. In this case, we talk about a University in East Alabama. Katia Cannata describes with spirit and interest the modalities of philosophical teaching, the supporting structures, the mentality and the life styles prevalent in the campus of Aubern city.
The section “Readings/Events” includes reviews of books by Michele di Francesco, Fulvio Carmagnola, Giorgio Agamben and a detailed summary by Marta Caravà of the two-day congress “The Pragmatist Attitude” held in Milan Public University by “Pragma” association for the decennial of its foundation.
In conclusion: in the section “Appendix”, you will find two new articles published in January 2018; in the first one, related to the section “The Philosophical Questione”, Pietro Garofalo, Giusy Gallo and Felice Cimatti in “Art, aesthetics and the boundaries of the mind” take into consideration the extended mind theory regarding aesthetic events, which enrich the relationship between the subject and the world thanks to the imagination.
The second one, related tot he section “Intersections”, in which “Alessandra Zambelli in “There is a Taboo of Reflectio in Dance” reflects on the body role, that in dance supports the need of the spirit to extend its expressions variety.