FILOSOFIA OGGI

La rivista si apre, come nei numeri precedenti, con la parte intitolata Contributi speciali nella quale sono accolti testi che presentano le vicende di studiosi che hanno condotto il loro percorso di vita nel segno di una autentica vocazione filosofica.  Gabriele Scaramuzza nel suo testo descrive con molta sensibilità e ricchezza di dettagli il suo percorso esistenziale e teoretico nel campo dell’arte inquadrata nell’ambito di una riflessione estetica. Magistrale è il contributo che  Fulvio Papi dedica alla figura di Mario Vegetti recentemente scomparso, personalità di grande spessore umano, politico e filosofico, i cui lavori sul “mondo degli antichi” e, in particolare sul pensiero greco, rimangono pietre miliari per chi ora si proponesse di approfondire questo ambito di studi. A Gabriele Scaramuzza e a Fulvio Papi va  il nostro ringraziamento per la disponibilità dimostrata a pubblicare questi loro scritti.                                                    

La sezione  principale della rivista, La questione filosofica, ospita sul tema “Filosofia oggi”  una serie di interventi “ ad invito” di professori  universitari appartenenti ad atenei dislocati  nelle differenti aree del territorio italiano, i quali si sono assunti l’onere – e la responsabilità – di inviare scritti in riferimento alla nostra richiesta di esporre il significato di fondo delle loro  indagini e opzioni teoriche, inserite nel dibattito filosofico contemporaneo. Pur  nel numero ridotto di contributi ospitati e con  l’intenzione di  aggiungerne altri nel prossimo numero della rivista, è possibile fare un primo bilancio provvisorio e non esaustivo della ricchezza di spunti offerti.  Emergono posizioni differenti e per diversi aspetti contrapposte, ma si presentano alcuni tratti convergenti di una certa significatività. In primo luogo, appare comune un orientamento che, attingendo a risorse del pensiero passato e del presente, tende a riabilitare percorsi di ricerca “affermativi” rispetto ad una ondata che in termini assai grossolani è stata definita nichilista o puramente decostruzionista.  Un secondo aspetto riguarda un  atteggiamento di apertura e di attenzione nei confronti delle scienze – sia scienze umane che scienze della natura –, senza riserve pregiudiziali aprioristiche. Un terzo elemento è la volontà di affrontare temi miranti a misurarsi  con aspetti rilevanti della realtà contemporanea: una filosofia aggiornata, non ripetitiva e, assumendo un prestito lessicale nietzschiano, non prettamente “monumentale”.  Non lo è neppure chi si richiama ad una tradizione consolidata quale la metafisica, come fa Dario Sacchi,  che si impegna a declinarla mettendola in comparazione con le più significative tendenze della filosofia moderna e contemporanea.  Del resto, l’approdo ad una  “metafisica della materia” su cui intende  attualmente volgere  il suo esercizio teoretico Alberto Biuso è l’esito di un percorso alimentato da  una attenta esplorazione di tipo antropologico e di una ripresa in chiave contemporanea del  tema del tempo.   A proposito di  scienze, l’asse di ricerca documentato nell’intervento di Vinicio Busacchi è quello della ermeneutica critica, aperta d un approccio interdisciplinare nei confronti delle scienze sia nelle procedure metodologiche che nella pratica filosofica  nella prospettiva di un superamento della frammentarietà indotta da approcci riduttivi, settoriali e poco solidi sul piano teorico. Assai caratterizzata è la posizione che presenta  Rocco Ronchi basata su una tesi decisamente “forte” e suggestiva, secondo la quale la filosofia dominante come pensiero critico e della crisi ha  di fatto rinunciato a se stessa, rinunciando ad un  pensiero speculativo, che egli propone configurarsi in quanto “immanenza assoluta”.  Diversa la posizione di Francesca Brezzi, che richiama una possibilità nuova di coniugare pensiero speculativo ed esperienza, aperta dalla cosiddetta “Philosophy of Gender”, che può  trovare inediti e significativi sviluppi  in direzione di una “filosofia delle differenze”, sorretta da una chiara intonazione etica.  infine  Silvana Borutti coniuga riflessione critica e necessaria astrazione concettuale nel condurre un lavoro filosofico, a partire dalle scienze umane, fondato sul carattere  costruttivo e configurante che assume la nozione di forma costituente  gli oggetti – aspetto epistemologico – per approdare ad una idea della  conoscenza – aspetto teoretico – produttrice di senso sullo sfondo  di un  imprescindibile non-pensato, che ne detta e circoscrive  i limiti. Passando alla successiva  sezione denominata Culture, essa presenta due interessanti contributi: Alberto Giacomelli descrive i caratteri della architettura shintoista giapponese a confronto con la architettura delle chiese del gotico, ed evidenzia le fonti teoriche di due differenti concezioni  della estetica, ovvero le idee da una parte del flusso e della impermanenza, dall’altra di un rigoroso appiglio alla eternità divina. Dal canto suo,  Barbara Mazzon descrive una figura  poco nota della cultura del’area mediterranea e, ancora presente in particolare  dell’Albania, quella delle “vergini giurate”, donne che hanno come  sola scelta di emancipazione e di rispetto nella società quella di rinunciare ai loro caratteri femminili e abbracciare in toto l’universo degli uomini, per competere e condividere con loro il dominio maschile dentro e fuori il contesto familiare. La sezione “Laboratorio” riprende il tema del senso della filosofia con Fabio Fossa che se ne occupa con un approfondito esame delle posizioni di Hans Ionas. Di  Jean Luc Marion si occupa  Verbena Giambastiani, che si sofferma sulle riflessioni condotte da questo autore sul tema della relazione erotica in continuità con la sua  ricerca intorno alla fenomenologia del dono. La sezione “Intersezioni” contiene il contributo di un importante studioso della biologia evoluzionistica italiana, Marco Ferraguti, che espone  in modo chiaro e dettagliato gli sviluppi attuali del darwinismo, evidenziando l’acceso dibattito tra i sostenitori della cosiddetta Sintesi Moderna e altri che ne  propongono delle varianti. L’autore  ci dimostra – notazione interessante per i filosofi – come la ricerca scientifica sia in continuo fervore e che occorre tener presente una particolarità della biologia rispetto alle altre scienze della natura, ovvero la sua peculiare dimensione storica. La sezione “Corrispondenze” presenta una dettagliata presentazione di Jan Giubilato sulla presenza della filosofia nelle università del Messico, corredata – con il supporto di evocative immagini a colori  –  da una più generale descrizione  socio-culturale di questo paese. Nella sezione “Letture/eventi” si trovano recensioni di Gianni Trimarchi, Riccardo Lazzari, Franco Sarcinelli e la sintesi di  Marina Orsi a proposito di una conferenza tenuta a Voghera da Umberto Curi. Da questo numero la sezione si amplia con la dizione “pratiche filosofiche”, a cui va riferito il testo di Marina Beraha sulla  filosofia in carcere condotta da parte di un gruppo di studenti della Università Statale di Milano.  

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