FILOSOFIA E ROBOTICA

Questo numero 6 di InCircolo si apre con due densi e teoricamente pregnanti “Contributi speciali”. Il primo è Finale di partita di Emilio Renzi che intende focalizzare sulla tematica della persona l’approdo della sua multiforme esperienza filosofica. I paragrafi finali ci conducono a sostare sul finale della vita, che è il titolo del suo contributo. Segue Un percorso di pensiero e di vita di Francesco Totaro che delinea con molta accuratezza le coordinate categoriali della sua riflessione e le inserisce nel suo percorso più complessivo di vita filosofica.

La sezione “La Questione filosofica”, curata da Fabio Fossa, affronta il tema che dà il titolo a questo numero della rivista: “Filosofia e robotica”. Le tecnologie autonome, destinate a incidere sempre più profondamente sulla nostra esistenza, pongono una sfida cruciale al pensiero critico. I contributi qui raccolti hanno lo scopo di offrire al lettore un colpo d’occhio sui diversi approcci che si interrogano sull’oggetto robotico e l’intelligenza artificiale da una prospettiva filosofico-morale. La sezione si apre con il saggio La filosofia e lo specchio delle macchine, di Adriano Fabris, dedicato alle diverse modalità in cui le macchine, in un gioco specchi, riflettono e confondono la nostra immagine con la loro – e viceversa. Il robot, infatti, è da sempre ben più che un semplice artefatto di cui rendere conto affidandosi alle sole forze delle scienze tecnologiche coinvolte nella sua realizzazione. Alla natura tecnologica del robot si intrecciano immaginari poetici e politici antichi e moderni, di cui Barbara Henry offre una penetrante analisi in Cultura di massa, immaginario, etica e politica. Così come il robot riunisce nella sua immagine i saperi, spesso artificiosamente separati, delle scienze tecnologiche e umane, così le peregrinazioni dell’intelligenza tra il naturale e l’artificiale richiedono anche una discussione critica dei concetti in gioco nella sua interpretazione – a partire proprio, come evidenziato da Paolo Beretta nel suo Odissea dell’intelligenza nell’infinito, dalla separazione di naturale e artificiale. Ma come concepire allora l’oggetto robotico, come interpretarne l’immagine? Ci si muove in un mondo di metafore e analogie. Fabio Fossa, in Fare e funzionare. Sull’analogia di robot e organismo, si interroga sulla tradizione di pensiero che si richiama all’organismo per pensare la macchina e alla macchina per rendere conto dell’organismo, riflettendo sulle ragioni di una tanto influente analogia ma anche sui pericoli insiti in essa. Il saggio Elementi di Roboetica. Analisi di alcune metaetiche nella progettazione e programmazione di veicoli autonomi di Fiorella Operto si occupa poi delle diverse intersezioni di pensiero etico e robotica, portando anche l’esempio delle questioni morali relative alle macchine a guida autonoma. Chiudono la sezione Daniele Amoroso e Guglielmo Tamburrini i quali, in Le implicazioni etico-giuridiche delle nuove tecnologie robotiche ed informatiche in campo militare tra lex lata e lex ferenda presentano il controverso caso delle armi autonome da un punto di vista morale e normativo.

La sezione “Culture” contiene il seguente testo di Emanuele Banfi: «Libertà va cercando». I problemi del tradurre in cinese la Divina Commedia e la nozione occidentale di “libertà”. Banfi ci offre un quadro dettagliato e assai interessante della presenza della Divina Commedia nella cultura cinese del ‘900 attraverso le prime prove di traduzione in quella lingua. Assume poi a esempio quel famoso verso del Purgatorio che ci evidenzia la difficoltà di traduzione della parola “libertà”, in quanto si deve prendere carico delle profonde diversità di concettualizzazione e di cultura tra Occidente e Oriente.

Per la sezione “Laboratorio” Gianni Trimarchi in Sul governo delle masse riporta le analisi di pensatori quali Le Bon, Freud, Lippmann, Bernays e la scuola di Francoforte che mettono in luce le manipolazioni con tecniche pubblicitarie per conseguire il consenso dell’opinione pubblica nel ‘900. Al giorno d’oggi, come osservano vari studiosi, la comunicazione mediata dalle nuove tecnologie offre da un lato margini critici ma insieme nuove e più preoccupanti forme di manipolazione.

Per la sezione “Intersezioni” Angelo Mascherpa descrive le possibili interazioni tra cinema e filosofia e ne fornisce una serie di esemplificazioni che possono trovare uno sbocco sul piano della didattica.

Per la sezione “Pratiche filosofiche”, in continuità con il tema di questo numero, Sandra Meloni offre un’esauriente panoramica delle attività didattiche intraprese dalla Scuola di Robotica di Genova e spiega le ragioni che fanno della robotica educativa un’importante occasione di crescita per gli studenti non solo in vista degli studi futuri, ma anche in relazione allo sviluppo di importanti competenze sociali.

Per la sezione “Letture e Eventi” sono presenti le recensioni dei libri di Maria Chiara Carrozza, I Robot e noi, e di Danilo Manca, La disputa su ispirazione e composizione, redatte rispettivamente da Fabio Fossa e Franco Sarcinelli. Seguono i resoconti molto ben documentati di Sara Fumagalli e Alessandro Colleoni sul recente Festival della filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo e una giornata di studi sul pensiero di John Rawls presso l’Università degli Studi di Milano.

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