RECENSIONE A “LA CITTÀ DEL SOLE”, T. CAMPANELLA, M. DE PAOLI (CUR.), MIMESIS, MILANO 2022
Francesca Marelli
Tommaso Campanella affermò di essere nato «a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia», convinto di riassumere così le contrastate e drammatiche vicissitudini personali, e l’ardore, unito a ingegnosa sapienza dissimulatoria, con cui difese per tutta la vita la propria missione filosofica. Dell’imperituro interesse per la figura del filosofo è esempio eminente la recente edizione della Città del Sole curata dallo studioso Marco De Paoli (che riproduce il testo del manoscritto originario, come nell’edizione di Luigi Firpo del 1949, con lievi ritocchi e un apparato di note volutamente essenziale), a cui si affiancano due importanti contributi: il denso e illuminante saggio introduttivo La percezione magica del mondo e l’Utopia (rielaborazione dell’introduzione a una precedente
edizione del testo di Campanella) e un ulteriore testo inedito, L’Experimentum Mundi di Ernst Bloch. Una riflessione. Non dunque una semplice riedizione, bensì un affascinante viaggio di riscoperta delle implicazioni metafisiche e ontologiche della riflessione politica di Campanella, al fine anche di rivalutare le molte sollecitazioni che egli insinua nel pensiero contemporaneo.