VERITÀ DELLA REALTÀ, VERITÀ DELL’INTERPRETAZIONE
INTRODUZIONE A
REALTÀ, VERITÀ, INTERPRETAZIONI

Alberto De Vita

Il tema dell’interpretazione ha attraversato come un fiume carsico l’intero panorama filosofico del Novecento. Le tesi di F. Nietzsche sul “prospettivismo” o “fenomenalismo” – che sanciscono l’insussistenza dei fatti (“oggettivi” o “in sé”) indipendentemente dalle loro «interpretazioni infinite» (FW, 374) – non sono state che il prologo alla crisi che, nel secolo scorso, ha travolto le certezze dei grandi sistemi filosofici, scientifici e sociali. L’annuncio della morte di Dio è stato ben presto seguito dal proclama della scomparsa del soggetto (M. Foucault), dell’autore (R. Barthes), mentre la dissoluzione dei fondamenti logico-matematici (D. Hilbert, K. Gödel) si è riflessa nella disgregazione dei presupposti della fisica classica – prima con la teoria della relatività (A. Einstein), poi con la rivoluzione della meccanica quantistica promossa dalla scuola di Copenaghen. Si è affermata l’idea secondo cui le verità oggettive e incontrovertibili siano, nella migliore delle ipotesi, inaccettabili; nella
peggiore, invece, semplicemente assurde, ma proprio per questo pericolose: il valore assoluto del reale, da ultimo, è stato ridotto a una chimera evanescente, da evitare con cautela e discernimento.

Verità della realtà, verità dell’interpretazione
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